Pillola del dragone #6

Cosa avrebbe scritto Hemingway se anzichè approdare a Cuba negli anni 50 fosse sbarcato ad Hainan nel 2018?

Ecco a voi una spregiudicata ipotesi della trama de:

Il cinese e il mare

“Il cinese arrivava alla spiaggia completamente vestito, come lo sareste voi in un freddo giorno di pioggia, con il suo ombrello aperto che sapeva di diffidenza e di rivendicazione etimologica del proprio nome, un enorme salvagente a forma di ciambella morsa, gonfio come la vita che cingeva.

I segnali erano chiari, egli odiava il mare, il sole e non sapeva nuotare.

Sfoderava il suo smartphone dal bavaglino di plastica trasparente appeso al collo e così conciato cominciava a immortalarsi in innumerevoli selfie, senza alcuna vergogna, come nemmeno un surfista californiano addominaluto avrebbe mai osato. Alternava una foto a uno sputo, con quella rincorsa gutturale tipica di chi necessita di raschiar via dalla gola fino all’ultima goccia di catarro il quale atterrava come un proiettile sulla sabbia, bolo verdognolo accanto ai suoi piedi, anch’essi avvolti da enormi ciabattoni fucsia in plastica morbida.

La spiaggia era vuota, in compenso il bagnasciuga e i primi metri dei tratti di mare delimitati da cordoni dove era consentito bagnarsi brulicavano di cinesi, tutti abbigliati in modo analogo. Nessuno si sdraiava sulla sabbia, rimanevano in piedi o al limite seduti in prossimità della riva.

Nessuno nuotava, ciononostante bagnini isterici ammonivano la folla in acqua a colpi di fischietto, lo scopo di tale trivellamento di timpani restava incompreso, così come avvolte nel mistero rimanevano le supposte capacità natatorie di questi simpatici figli di Eolo, sicuramente dotati di una buona capacità polmonare testimoniata dal continuo richiamo di Satana: FRIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!

Le attività prevalenti, oltre ai selfie, erano giri su banana boat, moto ad acqua, motoscafi e qualsiasi altro tipo di giostra marina fabbricabrividi e rubasoldi possibile.

Erano ottantaquattro giorni ormai che il cinese si recava alla spiaggia e non toccava l’acqua.”

A questo punto il nostro Ernest, profondamente frustrato dalla totale mancanza di spunti poetici, avrebbe abbandonato il progetto ripiegando sul cocktail bar di uno dei mille resort della costa e, dopo aver constatato l’impossibilità di ottenere un mojito decente, si sarebbe accontentato di uno “splitz”, preparato con alcolici di dubbio gusto ma giustamente arancioni.

Esattamente come Mammadimerda che, abbandonata ogni velleità di farsi una pacifica nuotata, ha un nuovo pensiero fisso, condiviso con pdm il quale ha un piano: buttare a mare il bagnino.

In questo modo potremo liberarci dall’orrido fischio e soprattutto rispondere alla curiosità che ci attanaglia: almeno lui, SA NUOTARE?

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