LA PSICOTERAMERDA: il coccodrillo

Cara dottoressa, sono mamma di due bambini, non so se di merda, ma visti i geni, credo di si. Ma non voglio parlare dell'eventuale mammadimerdismo di cui potrei soffrire, bensì del mammadimerdismo di cui sono stata vittima. Infatti, se pure ci sono dei dubbi sulla mia natura, direi che non ce ne sono su quelli di mia madre. Quando sono nata mia madre aveva 19 anni e mio padre ne aveva 21. Non è stata proprio una gravidanza desiderata, in quanto per mia madre era la prima volta che faceva sesso. Mio padre si faceva le pere ma mia madre credeva che avesse il diabete. Povera donna, io la comprendo, ha cresciuto una figlia come meglio ha potuto, ma per tutta la vita non ha fatto altro che utilizzarmi come ricatto morale e scudo verso mio padre. Quando si faceva di eroina, poi di cocaina, poi l'alcol, poi il gioco, poi, purtroppo o per fortuna, quel povero Cristo, vittima anche lui di altre vittime, oltre che di se stesso, è crepato, all'età di 44 anni lasciando me, mia mamma e mia sorella con varie ferite, traumi, un'infanzia di merda, tristi ma forse un po' sollevate. Tuttavia, nonostante l'infanzia di merda che ho avuto, fatta di me piccola sbattuta dai nonni o nei locali, discoteche e bar a dormire sui divani, oppure in giro in macchina a cercarlo perchè spariva il venerdì e lo ritrovavamo il sabato, io con lui non ce l'ho. Io ce l'ho con mia madre. Per averla sempre sentita dire:"Adesso prendo una fune e mi impicco", quando ci andava leggera. Ce l'ho con lei per avermi sempre chiesto di chiedere a mio padre di non farsi, di non bere, di non sputtanare tutto lo stipendio in macchinette. Ce l'ho con lei perchè non mi ha mai protetta, così come un genitore dovrebbe fare. Coi miei figli sbaglio tante cose. Per esempio li minaccio se non si comportano bene, se non si lavano, se non mangiano quello che cucino, mi invento malattie, mostri, ricatti. Di fronte ai miei figli bestemmio. Il grande è convinto che Cristo sia una parolaccia. Lo so che non si fa, che non sono educativa. Io non lo so come deve essere una brava mamma, ma so per certo una cosa: io non voglio essere come la mia. È grave?

 

Cara amica, nun te dico che ti abbraccerei perché ho come il sentore che mi beccherei una saraccata sotto l'orecchio e mi troverei incredula a terra, e forse me lo meriterei.

Mo non voglio fare quella che ha studiato, ma Eugenio Montale, in una poesia, affermava una cosa essenziale. Di essere definiti non per quello che si è, ma per quello che NON si è, quello che NON si vuole. Una coscienza in negativo è forse anche meglio di una coscienza positiva, è meno spigolosa, più profonda.

Hai avuto un'infanzia di merda, non fingerò di no. Non ti dirò che in fondo dai, è stato un dono, perché non lo è stato. Nessun bambino dovrebbe essere costretto a trarre il meglio da una vita di merda, eppure tu, come altri, l'hai fatto.

Sai, amica, c'è una parola che non sopporto. Questa parola è RESILIENZA. La usano spesso le donne lasciate da uno stronzo, o le molto belle per darsi un tono, ma raramente l'ho sentita usare da chi ne aveva pieno diritto. La resilienza è quello che rimane quando tutto il resto è finito, quella cosa che ti fa fare un passo in più. Chi ce l'ha davvero? Gli sportivi estremi, il mio grande amore Alex Zanardi, per dirne uno; i malati terminali; chi, dopo un'infanzia che avrebbe steso chiunque, ha avuto la forza di perdonare la fragilità del padre, cioè tu.

Vuoi sentirti dire che hai diritto di avercela con tua madre? Non ne hai bisogno. E comunque, sì, è stata una vera madre di merda. Ma tu, in barba a lei, alla genetica, al dolore, non lo sei. Perché alzare la voce ogni tanto va bene, e anche dire Cristo, suvvia. Non è vero che tu non sappia com'è una buona madre. Intanto perché il concetto assoluto di buona madre non esiste. E poi, perché appunto sai come non vuoi essere. Ti pare poco?

Amica, mi ricordi il COCCODRILLO. Ne parlano tutti male, sembra così cattivo. Ma il coccodrillo è così dall'inizio dei tempi, immune all'evoluzione, e sai perché? Perché è PERFETTO. Cura la propria prole con una tenerezza disarmante, uccide animali enormi, perfino i buoi, si finge tronco quando serve. Si fa lavare i denti da minuscoli uccellini, senza mai nemmeno dargli una ciancicata per sbaglio. In compenso, pare sia in grado di mangiare e CACARE PIETRE. Fai te.

Tu sei tu. Perché dovresti essere qualcun altro? Sei perfetta così.

Famme sape'.

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