L'AUTODETERMINAZIONE PASSA ATTRAVERSO IL DIRITTO AL DESIDERIO

Durante la scrittura del libro, mi sono arenata proprio sulla fine. Si richiedeva un capitolo di raccordo, qualcosa che introducesse gli altri e ne contenesse già i temi, o il tema. Come un Minority Report dei poveri, ho attaccato su una lavagna dei post it con gli elementi principali di ogni racconto (foto 4-5): la luccicanza è arrivata quando ho realizzato che su questa lavagna la parola ricorrente era “desiderio”. Ogni storia all’interno del libro parla del desiderio di “un’angela”, da quello di maternità, comunque avvenga, a quello di non avere figli, da quello di famiglia a quello di divorzio, passando attraverso il desiderio di realizzazione personale o quello sessuale.

Stiamo assistendo a un attacco costante al nostro diritto a desiderare, alla nostra libertà. Affermazioni maldestre e invasive- per usare un eufemismo e non dire violente- che vorrebbero normare anche il desiderio, che è per definizione e sua natura soggettivo.
Penso all’intervento della ministra Roccella che ha detto: “Questo tentativo di dare i nomi dei bambini ai cani, è sintomo di un bisogno che evidentemente c'è, però viene trasferito sugli animali”.
Penso agli attacchi continui all’aborto, alle famiglie che non corrispondono alla narrazione di qualcun altro.
Penso a sentenze in cui una donna vittima di femminicidio viene definita “disinibita” perché abitava una relazione secondo il proprio desiderio, e il carnefice “perdutamente innamorato”. Sentenze in cui un palpeggiamento a una giovane donna non viene definito molestia sulla base del consenso di colei che lo ha subito, che è affermazione e verbalizzazione del desiderio. Ma su quello di chi lo ha agito, perché le caratteristiche del gesto, come si legge nelle motivazioni della sentenza: “non consentono di configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza”.

“Tutte le ragazze vengano avanti!”, urlava Kathleen Hanna dal palco prima dei concerti delle Bikini Kill.
Questo è il momento di occupare ogni spazio che provano a strapparci con tutte noi stesse.
“Possiamo far sì che i desideri di tutte diventino la nostra lotta condivisa”, ha scritto @_jenniferguerra_ . Dobbiamo.
Sarah (con l’H) Malnerich
@sarah.malnerich

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