I calzini di mio figlio non sono diversi, sono unici
L’anno scorso in questa giornata, abbiamo pubblicato la lettera di un papà, di un caregiverdimerda come si definisce lui. Quest’anno è successo di nuovo. E non si può far altro che ascoltare e accogliere, come diceva ieri sera @drusillafoer
“Oggi è la famosa giornata dei "Calzini spaiati", il giorno in cui ci ricordano che essere inclusivi è bello e cosa giusta. Provare per capire cosa significhi indossarli.
Perché i calzini di mio figlio non sono diversi, sono unici.
Ieri sera ho ascoltato con attenzione il monologo di Drusilla Foer a Sanremo, ed essendo genitore a contatto stretto con la disabilità, ho preso coscienza che non c'è più bisogno di trovare continuamente una risposta ai tanti perché che alimentano le mie incazzature sulla cosiddetta diversità. La "diversità" l'ho scoperta attraverso la malattia di mio figlio e l'ho mal compresa, sovrastrutturata.
Ho talmente concentrato i miei sforzi a cercare di proteggerlo dalle malsane comparazioni con gli altri, che ho perso di vista la parte più essenziale: la sua unicità.
È una svolta che arriva in maniera inaspettata.
Oggi posso dirvi che i calzini di mio figlio sono strani, hanno una forma inconsueta, non sono affatto comodi e sono così fragili che vanno spesso rammendati. Nonostante tutto però, sono così preziosi che non vi proporrò mai uno scambio, né di farveli provare per capire cosa significhi indossarli.
Perché i calzini di mio figlio non sono diversi, sono unici”.
#mammadimerda #mdm #giornatadeicalzinispaiati #giornatadeicalzinispaiati2022 #diversità #unicità #drusillafoer #caregiver
“Oggi è la famosa giornata dei "Calzini spaiati", il giorno in cui ci ricordano che essere inclusivi è bello e cosa giusta. Provare per capire cosa significhi indossarli.
Perché i calzini di mio figlio non sono diversi, sono unici.
Ieri sera ho ascoltato con attenzione il monologo di Drusilla Foer a Sanremo, ed essendo genitore a contatto stretto con la disabilità, ho preso coscienza che non c'è più bisogno di trovare continuamente una risposta ai tanti perché che alimentano le mie incazzature sulla cosiddetta diversità. La "diversità" l'ho scoperta attraverso la malattia di mio figlio e l'ho mal compresa, sovrastrutturata.
Ho talmente concentrato i miei sforzi a cercare di proteggerlo dalle malsane comparazioni con gli altri, che ho perso di vista la parte più essenziale: la sua unicità.
È una svolta che arriva in maniera inaspettata.
Oggi posso dirvi che i calzini di mio figlio sono strani, hanno una forma inconsueta, non sono affatto comodi e sono così fragili che vanno spesso rammendati. Nonostante tutto però, sono così preziosi che non vi proporrò mai uno scambio, né di farveli provare per capire cosa significhi indossarli.
Perché i calzini di mio figlio non sono diversi, sono unici”.
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