Il futuro non si vede
Quanti danni sta facendo la scuola chiusa nel nostro paese?
I nostri ragazzi sono tra quelli che stanno pagando il prezzo più alto per la pandemia.
Mentre nel resto d’Europa hanno scelto di tutelare la scuola in presenza, nel nostro paese hanno scelto la strada solo apparentemente più economica, dato che il conto sarà salato ma ci verrà presentato in futuro. E il futuro è una dimensione che non interessa a nessuno. Il futuro non si vede, non ha memoria, non vota. Invece noi siamo qui a dichiarare che la gestione vergognosa della scuola in pandemia ce la ricorderemo.
E che non ci arrendiamo.
I protocolli nelle scuole funzionano, è dimostrato che un ragazzo o un insegnante positivo non contagia tutti i compagni di classe. I nostri bambini hanno imparato a indossare la mascherina per 8 ore, a non avvicinarsi ai compagni, a lavare continuamente le mani.
Abbiamo chiesto loro sacrifici che peserebbero anche a noi adulti e loro li fanno.
Ma non basta, perchè il problema non è a scuola, è sul bus.
E allora chiudono le scuole, come un chirurgo impazzito che per un problema alla mano asporta l’intero braccio. E mentre le scuole sono chiuse non risolvono il problema dei trasporti. Rimandano. Tanto i ragazzi stanno bene anche chiusi in camera tutto il giorno, in fondo non è così che desideravano vivere anche prima, quando invece li additavamo perchè passavano troppo tempo col telefono in mano?
Possiamo ancora fidarci di chi dice “riapriranno a gennaio” e intanto ancora non cerca soluzioni?
Nelle ultime settimane i ragazzini che, sulla scia di Anita, hanno seguito le lezioni di dad all’aperto, sono stati sempre più numerosi. Schools for future è come abbiamo chiamato questa iniziativa che ha attirato l’attenzione di tutti i media, perchè finalmente gli invisibili hanno cominciato a protestare per affermare il diritto di essere considerati. E l’italiano medio si indigna per loro ma poi chiede l’apertura delle piste da sci e non nota l’incoerenza dell’apertura dei centri commerciali.
Forse siamo sopra la media, ma di nuovo e ancora a questa assenza di logica non ci sottomettiamo.
Domani, ore 11, piazza Castello a Torino, venite! #schoolsforfuture #noncisiamo
I nostri ragazzi sono tra quelli che stanno pagando il prezzo più alto per la pandemia.
Mentre nel resto d’Europa hanno scelto di tutelare la scuola in presenza, nel nostro paese hanno scelto la strada solo apparentemente più economica, dato che il conto sarà salato ma ci verrà presentato in futuro. E il futuro è una dimensione che non interessa a nessuno. Il futuro non si vede, non ha memoria, non vota. Invece noi siamo qui a dichiarare che la gestione vergognosa della scuola in pandemia ce la ricorderemo.
E che non ci arrendiamo.
I protocolli nelle scuole funzionano, è dimostrato che un ragazzo o un insegnante positivo non contagia tutti i compagni di classe. I nostri bambini hanno imparato a indossare la mascherina per 8 ore, a non avvicinarsi ai compagni, a lavare continuamente le mani.
Abbiamo chiesto loro sacrifici che peserebbero anche a noi adulti e loro li fanno.
Ma non basta, perchè il problema non è a scuola, è sul bus.
E allora chiudono le scuole, come un chirurgo impazzito che per un problema alla mano asporta l’intero braccio. E mentre le scuole sono chiuse non risolvono il problema dei trasporti. Rimandano. Tanto i ragazzi stanno bene anche chiusi in camera tutto il giorno, in fondo non è così che desideravano vivere anche prima, quando invece li additavamo perchè passavano troppo tempo col telefono in mano?
Possiamo ancora fidarci di chi dice “riapriranno a gennaio” e intanto ancora non cerca soluzioni?
Nelle ultime settimane i ragazzini che, sulla scia di Anita, hanno seguito le lezioni di dad all’aperto, sono stati sempre più numerosi. Schools for future è come abbiamo chiamato questa iniziativa che ha attirato l’attenzione di tutti i media, perchè finalmente gli invisibili hanno cominciato a protestare per affermare il diritto di essere considerati. E l’italiano medio si indigna per loro ma poi chiede l’apertura delle piste da sci e non nota l’incoerenza dell’apertura dei centri commerciali.
Forse siamo sopra la media, ma di nuovo e ancora a questa assenza di logica non ci sottomettiamo.
Domani, ore 11, piazza Castello a Torino, venite! #schoolsforfuture #noncisiamo
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