NON MI SEPARO PER I FIGLI

Autocitarsi fa sempre un po’ psicologo da salotto televisivo. Però chi siamo noi per sottrarci al cattivo gusto quando una nota catena di supermercati nel 2023 lancia uno spot che sembra arrivata dal secolo scorso e che in un colpo solo rinforza sensi di colpa e stigmatizza divorzio e figli di divorziati? Si soffre, per carità, e pure tanto. Nessuno sottostima il carico emotivo di questa decisione. Ma nel 2023 riteniamo che i tempi (e le conoscenze) in merito siano maturi per affrontare il tema in modi meno colpevolizzanti. Chiaro che quando ci si ama e le cose vanno bene, le cose vanno bene. Ma se non succede? Secondo noi siamo pronti per scindere il concetto di coppia da quello di famiglia, e quello di famiglia dalla genitorialità. Siamo pronti per trasferire ai bambini un’idea di benessere svincolata dal concetto di sacrificio estremo pur di stare in un modello che non ci veste più. Ne abbiamo parlato in Angele del focolare, in due capitoli. Qualche spunto:

“Ormai circa la metà dei matrimoni finisce in divorzio, quindi non ci stiamo inventando niente, non siamo manco così originali. Smettiamo di fustigarci. Non è andata e, se siamo arrivati a desiderare di lasciarci con tutta la sbatta che la cosa comporta, evidentemente abbiamo provato tutto il possibile. Non separarsi per i figli significa dare loro la responsabilità di renderci felici. Demandare ad altri, soprattutto a esserini immaturi e volubili, la soddisfazione di un nostro bisogno, ci porterà a recriminazioni future. Ci stiamo sacrificando per loro e questo li ricatterà moralmente anche da adulti.
[…] Dalle centinaia di esperienze che sono arrivate è evidente che la sofferenza dei figli derivi dall’esposizione al conflitto tra i genitori più che dalla separazione in sé. Pensare che la compresenza sia un valore assoluto da difendere a tutti i costi offusca la capacità di giudizio. È difficile rimanere lucidi quando un rapporto sta finendo, soprattutto quando la decisione di troncare viene subita, soprattutto se decade il rispetto e ci sono altre persone coinvolte.

Ma sul medio periodo, se qualcuno che non ci ama a sufficienza ci lascia o ci porta a lasciarlo, ci sta facendo un favore”.

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