La madre che dovrei essere
Quando diventerò la madre che dovrei essere? Quella che tutti ci aspettiamo io debba essere?
Buona, giusta, allegra, soddisfatta, ottimista, che trae appagamento dalla quantità di fagiolini ingurgitati dalle mie figlie?
Quando smetterò di sentire questa irrequietezza, questa frustrazione che sta nella distanza tra ciò che provo e ciò che penso di dover provare?
Quando smetterò di sentirmi prigioniera? Di voler essere me stessa?
La maternità non realizza il nostro essere donne, ci scinde invece, passiamo anni a rincorrerci, a tentare di tenere insieme i pezzi.
Ci sentiamo in colpa, continuamente. Verso noi stesse quando ci mettiamo da parte, verso gli altri quando ci concediamo qualcosa che li esclude.
Esiste possibilità di sintesi? E perchè, se i genitori sono due, mi sento così solo io? Come fanno gli uomini a rimanere chi erano prima di essere padri? È merito loro? È colpa del disequilibrio sul quale si fonda la nostra società?
Vi è andata male, oggi ho solo domande per voi e non fanno ridere.
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