La madre che dovrei essere

Quando diventerò la madre che dovrei essere? Quella che tutti ci aspettiamo io debba essere?
Buona, giusta, allegra, soddisfatta, ottimista, che trae appagamento dalla quantità di fagiolini ingurgitati dalle mie figlie?
Quando smetterò di sentire questa irrequietezza, questa frustrazione che sta nella distanza tra ciò che provo e ciò che penso di dover provare?
Quando smetterò di sentirmi prigioniera? Di voler essere me stessa?
La maternità non realizza il nostro essere donne, ci scinde invece, passiamo anni a rincorrerci, a tentare di tenere insieme i pezzi.
Ci sentiamo in colpa, continuamente. Verso noi stesse quando ci mettiamo da parte, verso gli altri quando ci concediamo qualcosa che li esclude.
Esiste possibilità di sintesi? E perchè, se i genitori sono due, mi sento così solo io? Come fanno gli uomini a rimanere chi erano prima di essere padri? È merito loro? È colpa del disequilibrio sul quale si fonda la nostra società?
Vi è andata male, oggi ho solo domande per voi e non fanno ridere.

3 commenti

Elena

Oggi nel giorno della festa della mamma mi sono regalata “prova a essere lui”… senza orecchi, senza pensieri, qualcuno lo farà! (e se non lo fa) si vedrà!…
che qualcuno me la mandi buona per oggi e speriamo mi duri per più di due ore!
Lotto da 14 anni con la rincorsa del multitasking, cadendo e rialzandomi più volte, è sempre più faticoso essere sole in una casa di soli uomini.
Non sono più sola fuori adesso solo dentro la mia testa…
Felice festa della mamma

Ellie

Io non mi faccio tutti questi problemi. Ho delegato molte incombenze pratiche ai miei genitori e a mio marito, che ama invece le attività pratiche, e mi sono dedicata principalmente alla parte educativa/formativa dei miei due figli. Se non avessi avuto questa possibilità non li avrei fatti, sarei stata senza figli (e senza esaurimento)

Stefania

Buonasera, vorrei portare all’attenzione di come sono in difficoltà le donne che soffrono di depressione postparto,sopprattutto in ospedale…grazie!

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