L'elefante

"Perché scrivo? Che sono una mammadimerda lo so già da sola, ma questa volta sono pronta, forse, a sapere se sono anche una persona di merda. I fatti: a parte che da quando il mio piccolo fagiolino ha iniziato la prima media quest’anno, evidentemente aveva un gemello presuntuoso, saccente, supponente che non mi ricordavo di aver generato. Il tema sono i compiti: non ha mai un cacchio di voglia, e giù a litigare. Ieri avevamo i minuti contati, c’era la cena di classe e non aveva finito: l’ho avvisato due volte: vai avanti a rispondermi così e ti arriva. Be è arrivata, una, ma anche 3/4 sberle, di quelle di dove ‘ndo cojo cojo. Testa compresa. Ovviamente corollate da parole che manco mi ricordo più. La sberla poi me l’ha resa con le sue parole: perché mi picchi? Non mi hai sempre insegnato che non si alzano le mani? Perché mi fai male? si io ti ho risposto ma non ti ho fatto male. Io passo 6 ore a scuola e 4 sui compiti, come puoi non capire che sono stanco, io in 10 ore mi riposo forse 1, per mangiare in fretta e iniziare i compiti. Non mi dire che mi vuoi bene perché se fosse vero cercheresti di capire anche me, che se rispondo male è perché la sera sono stanco, proprio come te. Ora i miei sensi di colpa mi dilaniano, è più adulto lui di 11 anni di me, ho fallito sia come mamma che come adulto. Secondo lei come posso rimediare? Gli resterà questa ferita e ho compromesso un rapporto che, andando verso l’adolescenza, sarà sempre più difficile? Non so se ce la faccio a farcela, in ogni rapporto c’è chi è leader e chi ascolta il leader, non possono capovolgersi i ruoli, ma sono io che non sono capace di essere una guida. Grazie"

Cara amica, lo sapevo io che ultimamente ci stavo andando giù con la manina di velluto. Mi giro un attimo e, VOILÀ, le lucine di Natale, le recite, le abbuffate notturne di pandoro vi rammolliscono.

Te darò qualche notizia: è difficile che un fagiolino, come lo chiami tu, arrivato in prima media non si trasformi nel gemello cattivo. Lo stress del cambiamento è immenso. Se pensi che io so' dieci anni che indosso solo mutande nere perché l'idea di cambiare colore mi mette ansia, figurati in un aggeggino così piccolo, un passaggio tanto grande di responsabilità.

La seconda notizia è: non sei un lupo. Il concetto di leader, quando si lavora tutti per uno scopo comune, è bello che superato, pure in etologia.
Ti parlerò degli ELEFANTI.

Oltre a essere guidati da una matriarca, dal covare rancore a distanza di decenni e a mostrare sporadici comportamenti omicidi (meritati) verso gli addestratori, pare che i branchi di elefanti si muovano sì su suggerimento della femmina alla guida, ma appunto: su suggerimento.

Pare appurato che il branco si muova per decisione unanime.

Quindi, amica, la tua confusione non è dovuta solo al senso di colpa (inutile) di aver sottostimato lo stress di Dumbo, ma anche all'errata convinzione di dover guidare tutti, sempre, con incrollabile fermezza.
La guida non applica la forza, soprattutto se Dumbo è in grado di spiegarti razionalmente dove tu abbia sbagliato (e di questo, paradossalmente, devi essere fiera: l'hai cresciuto bene); la guida accompagna, perché l'adolescenza è buia e piena di insidie, e anche gli elefantini più coraggiosi avranno bisogno di rintanarsi fra le zampone della mamma.
Avrei voluto dire "proboscide", ma mi è venuto in mente mi' cognato e mi è partito un brivido.

Se un ceffone potesse compromettere un rapporto che finora si è retto su un dialogo tanto forte, mia cara amica, a quest'ora non rivolgeremmo più la parola a tutte le madri davvero di merda che possiamo aver avuto. E invece.

Abbi fiducia, amica Elefantessa. Sii forte e guida il tuo branco, ascoltando sempre i barriti di tutti.

Non dimenticare di famme sape'.
(Sì, ho voluto dire davvero "non dimenticare").

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